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AUTISMO: DIAGNOSI E INTERVENTO PRECOCE

Sulla base delle ricerche si evidenzia l'importanza di diagnosticare precocemente il disturbo dello spettro autistico e definire un programma di intervento applicato ai bambini in età precoce. Vediamo di seguito insieme utili informazioni relative a sintomi, diagnosi e trattamenti preferenziali.


Autismo: cos’è

La parola “autismo” deriva dal greco, il suo significato letterale è “stare soli con sé stessi”. L’autismo non è un disturbo definito con certezza, ma un insieme di alterazioni dello sviluppo cerebrale: per cui è preferibile usare la definizione di “disturbi dello spettro autistico”. I disturbi dello spettro autistico sono variabili da un soggetto all’altro, tanto che si può dire che ogni bambino autistico è un caso a sé.


Diagnosi

Una diagnosi prenatale dell’autismo non è possibile, dal momento che non esiste alcun modo per segnalare la presenza di questo disturbo durante la gravidanza. Nei neonati i sintomi dell’autismo non sono ancora evidenti; diagnosticare la disabilità prima dei 12 mesi è difficile, anche se potrebbe essere sospettata nei bambini con uno scarso “aggancio visivo”, mentre è possibile entro i 2 anni.

Tuttavia, l'autismo è generalmente una condizione che si palesa, in maniera inequivocabile, con l'inizio della scuola, ossia quando il malato – che ha problemi di interazione e socializzazione – entra in contatto, quotidianamente, con un vasto numero di altre persone.


Sintomi La sintomatologia dell'autismo è estremamente variabile, sia per quanto concerne l'entità dei sintomi sia per quanto riguarda la gravità. Di conseguenza, ogni paziente autistico rappresenta un caso a sé stante, differente da tutti gli altri.


Sfera comunicativa e interazione co gli altri

In un bambino autistico, i sintomi e i segni dell'autismo che denotano problemi di comunicazione e interazione con gli altri sono:

  • Un ritardo nello sviluppo del linguaggio.

  • La tendenza a evitare il linguaggio parlato.

  • La frequente ripetizione di un set di parole o frasi.

  • Parlare con un tono che suona monotono e uniforme, come se mancasse la capacità di adattarlo alle situazioni in atto.

  • La tendenza a interpretare alla lettera qualsiasi cosa sentita e la scarsa capacità di riconoscere un modo di dire o una frase dal tono sarcastico o umoristico.

  • La tendenza a comunicare con singole parole, piuttosto che con frasi.

  • La mancata risposta alla pronuncia del proprio nome, da parte di altre persone. Per questa loro stranezza, i soggetti autistici sembrano, talvolta, degli individui con problemi di udito. In realtà, però, le loro capacità uditive sono quasi sempre normalissime.

  • Il totale disinteresse (disinteresse che, alle volte, pare quasi fastidio) verso "coccole" e gesti di tenerezza, rivolti da genitori e da altre persone.

  • La preferenza per restare e giocare da soli.

  • Rispondere in maniera stizzita o aggressiva, senza alcun motivo particolare.

  • La tendenza a evitare il contatto visivo.

  • Il mancato utilizzo di gesti ed espressioni facciali, per comunicare.

  • Non divertirsi in situazioni, solitamente, piacevoli per i coetanei, come per esempio le feste di compleanno.

  • Lo scarso, se non nullo, interesse nel voler fare amicizia con i propri coetanei.

  • La tendenza a essere invadenti.

Alcune di queste problematiche – tra cui per esempio il ritardato sviluppo del linguaggio o la preferenza a giocare da soli – sono riscontrabili già in età prescolare.


Sfera comportamentale

Tra i classici comportamenti anomali di un bambino autistico, rientrano:

  • Eseguire movimenti ripetitivi, come per esempio dondolarsi avanti e indietro o sbattere le mani.

  • Utilizzare i giocattoli in modi diversi, rispetto ai loro veri scopi.

  • Dipendere fortemente da determinate abitudini, tanto che un eventuale stravolgimento di quest'ultime rappresenta un vero e proprio dramma.

  • Provare forte attrazione o marcata repulsione verso i cibi, a seconda del loro colore o della preparazione.

  • La tendenza ad annusare giocattoli, oggetti e persone, per motivi inspiegabili.

  • Avere pochissimi interessi, ma maniacali. È assai frequente che i soggetti autistici sviluppino una particolare attrazione per alcune attività od oggetti e vi dedichino la maggior parte del proprio tempo giornaliero.

  • Dimostrare una particolare sensibilità alle luci intense, a certi suoni o al contatto fisico (anche quando non è doloroso).

  • Essere in costante movimento.


Quoziente intellettivo

Tra le persone con autismo, ce ne sono alcune con un quoziente intellettivo inferiore alla media e scarse capacità di apprendimento, altre con un'intelligenza normale e altre ancora – ma questa è una vera minoranza – con doti specifiche nel campo della matematica o dell'arte.


Capacità motorie

Molti soggetti con autismo mostrano problemi di coordinazione e goffaggine nei movimenti.


Trattamento

Non esiste alcuna cura specifica che guarisca dall'autismo. Tuttavia, negli ultimi decenni, medici e specialisti in malattie del neurosviluppo hanno messo a punto dei trattamenti di supporto i cui obiettivi sono: ridurre le fragilità e le difficoltà indotte dall'autismo, potenziare le risorse del bambino, favorendo l’acquisizione di nuove competenze utili a gestire le richieste della vita individuale e sociale.


Esistono diversi tipi di terapie, tra cui la terapia ABA. Il termine ABA partendo dall’estensione dell’acronimo, che in inglese diventa Applied Behaviour Analysis (Analisi Applicata del comportamento).

Si tratta di un ramo dell’analisi del comportamento, la scienza che descrive le relazioni esistenti tra il comportamento e gli eventi che lo causano e influenzano.

L’ABA mira a ridurre le abitudini comportamentali problematiche e disfunzionali attraverso la costruzione di rituali comportamentali adattivi.

Si tratta di una tecnica ‘evidence-based’, ossia basata sull’evidenza. Ciò significa che si basa soltanto sulle procedure la cui efficacia è stata comprovata dalle ricerche scientifiche.


Per quanto riguarda l’efficacia della metodologia, essa è strettamente legata all’ampliamento dell’ambiente educativo. In altre parole l’ABA garantisce risultati migliori quando le persone che quotidianamente interagiscono col bambino (genitori, fratelli, insegnanti, amici, ecc) collaborano in maniera attiva alla messa in atto dell’intervento.

L’autismo è una delle aree in cui l’applicazione dei principi dell’analisi comportamentale si è rivelata più efficace nell’apportare cambiamenti migliorativi a lungo termine, più di qualunque altro tipo di intervento educativo (Green, 1996; Maine Administrators of Services for Children with Disabilities, 2000; New York State Department of Health, 1999; Schreibman, 1988; Smith, 1993).

Sulla base delle ricerche che abbiamo visto rispetto all’efficacia di questo tipo di programma, possiamo concludere che i migliori risultati si ottengono quando il programma è applicato ai bambini in età precoce (a cominciare dai 3/4 anni circa), a partire dalle 30 alle 40 ore a settimana, per un minimo di 2 anni e inizialmente all’interno di un rapporto uno-a-uno con l’operatore.


Per maggiori informazioni sulla diagnosi di spettro autistico e sulla terapia ABA, è possibile contattare il Centro per la Persona e la Famiglia che da anni si occupa di autismo e si prende cura dei bambini offrendo piani di presa in carico personalizzabili per ogni specifica situazione e che prevede un programma di terapia integrato tra scuola, famiglia e terapisti.


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