top of page
Writer's pictureCentro per la Persona e la Famiglia

DSA: DISTURBI SPECIFICI DEGLI APPRENDIMENTI... CONOSCERE PER AFFRONTARE!

In occasione della settimana nazionale della dislessia, ricordiamo quanto sia importante conoscerli e identificarli precocemente per permettere ai bambini di vivere la scuola in modo sereno e gratificante.




Quando a genitori o insegnanti viene il dubbio che un bambino abbia un disturbo specifico dell’apprendimento bisogna verificare tramite un percorso di valutazione che può portare ad una diagnosi clinica, basato su una serie di test.


Un sospetto di DSA è motivato da difficoltà in alcuni ambiti dell’apprendimento, che possono essere lettura, ortografia, scrittura e capacità matematiche.

I test per i DSA sono prove che hanno lo scopo di indagare competenze del bambino per capire le cause e verificare se si tratta effettivamente di un disturbo neurobiologico. Spesso i genitori prima della diagnosi si chiedono di quali test si tratta.

Non è possibile dare in questa sede una risposta precisa, come potrebbe essere un elenco di test, perché a seconda dell’età e del caso specifico si utilizzano alcune prove piuttosto che altre. Possiamo però provare a capire insieme la logica su cui si fonda l’iter diagnostico e cosa si vuole comprendere tramite questi test.


Quando si effettuano i test

I test vengono somministrati quando il bambino manifesta alcune difficoltà durante il percorso scolastico, che possono far pensare a un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA). Queste difficoltà possono riguardare la scrittura, la lettura oppure la matematica e rappresentano dei “campanelli d’allarme”.

Naturalmente non è detto che un bambino che scrive male sia disgrafico o che chi non riesce a memorizzare le tabelline sia dislessico. Sono proprio una serie di test che possono verificare se siamo in presenza di un DSA o meno, tramite un iter diagnostico.

Quindi la diagnosi del DSA parte da una richiesta dei genitori (a volte effettuata su segnalazione degli insegnanti). Il periodo utile per fare la diagnosi sono i primi anni di scuola (dalla fine della seconda primaria per dislessia, disgrafia e disortografia, dalla quarta per la discalculia). Si può anche diagnosticare il disturbo negli anni seguenti, ma la tempestività permette di poter impostare un corretto metodo di studio, imparare ad utilizzare gli strumenti compensativi, ma soprattutto permette di evitare ripercussioni psicologiche. Non avrebbe senso invece fare test utili prima di quest’età.


A effettuare la diagnosi di un DSA sono tre figure professionali: psicologo, neuropsichiatra e logopedista.

  • Il neuropsichiatra infantile è un medico specializzato nel sistema nervoso centrale. Si tratta della figura chiave nel definire l’iter diagnostico per escludere altre problematiche

  • Lo psicologo si occupa generalmente di somministrare i test, valutando aspetti cognitivi ed emotivi.

  • ·Il logopedista è specializzato nella sfera del linguaggio.

I test neuropsicologici hanno il compito di verificare che a livello sensoriale il bambino segua correttamente gli stimoli. Infatti bisogna capire se le difficoltà sono dovute a un disturbo neurobiologico o a un malfunzionamento dei sensi. Il neuropsichiatra indaga quindi la vista, l’udito e le capacità motorie tramite prove molto semplici. Bisogna capire se ci sono deficit sensoriali che possono essere causa di difficoltà. Più che un test vero e proprio si tratta di una visita con alcune prove.

I test psicologici nella valutazione del DSA hanno diversi obiettivi:

  • Valutare l’intelligenza (test cognitivo). Un DSA è un disturbo che riguarda soggetti con intelligenza nella norma, questo deve essere verificato, misurando il quoziente intellettivo (QI).

  • Indagare le strumentalità specifiche (lettura, scrittura, ortografia, abilità matematiche). Questi test vogliono mostrare se ci sono difficoltà in aree specifiche dell’apprendimento e indagarle per definirne la tipologia.

  • Valutare eventualmente altri aspetti. A seconda del bambino si può decidere di verificare la capacità di attenzione o eventuali problematiche di emotività.


Un disturbo specifico dell’apprendimento non può coesistere con un ritardo mentale. Il bambino con ritardo ha difficoltà dovute al suo deficit cognitivo, mentre il DSA non comporta una minor intelligenza. Misurare il quoziente intellettivo è importante quindi per escludere una possibile causa di difficoltà.


Uno dei test più utilizzati nell’iter diagnostico dei DSA è il test WISC-IV, che in realtà è composto da una serie di sub test legati ad aree specifiche, è indicato per l’età 6-16 anni. Per bambini dai 3 ai 7 anni è invece in uso il test WPPSI IV.

Dopo il test d’intelligenza vanno somministrate prove specifiche che valutano le strumentalità scolastiche.

Queste prove sono relative agli ambiti di lettura, scrittura, ortografia e capacità di calcolo.

Sono questi i test specifici che indagano le funzioni relative al singolo DSA: dislessia, discalculia, disgrafia o disortografia

Altri esami che possono rendersi necessari sono i test sul linguaggio, verificando la comprensione morfo-sintattica e i prerequisiti meta-fonologici. Questi sono di competenza della logopedista.


Si può decidere anche di somministrare altre prove al bambino, relative alla capacità di attenzione, alla memoria e alle funzioni esecutive.

In questo articolo ho parlato dei test per i DSA riconosciuti, ossia quelli che servono a diagnosticare un DSA e che vengono somministrati da specialisti (neuropsichiatra, psicologo, logopedista).

Non sono gli unici test, ma sono quelli che hanno fondamento scientifico riconosciuto.

Cito anche i test di autovalutazione e lo screening dei DSA.

Esistono anche dei test per l’autovalutazione, ma non hanno un reale valore diagnostico. Sono praticamente dei “giochini” privi di valenza scientifica, che rischiano di dare risultati fuorvianti.


Se c’è un sospetto DSA è importante richiedere una diagnosi clinica, che possa per prima cosa riscontrare l’eventuale disturbo e poi tracciare subito un percorso che possa garantire un apprendimento sereno e proficuo, supportato dai giusti strumenti compensativi.

Oltre alla diagnosi vera e propria è possibile anche che prima vengano effettuati degli screening somministrando delle prove ai bambini.


Questo ha lo scopo di individuare se ci sono difficoltà specifiche, in caso positivo sarà possibile approfondire andando a fondo con una diagnosi. I test devono essere somministrati da uno psicologo, che è formato in maniera specifica. In ogni caso uno screening non determina nulla se non un sospetto di DSA, non bisogna confonderlo con la diagnosi vera e propria che impiega una batteria di test standardizzati e viene effettuata in strutture del sistema sanitario nazionale o privatamente da specialisti riconosciuti.


Dr.ssa Ylenia Beretta

Psicologa Clinica

Specializzata in Psicopatologia dell’Apprendimento

Recent Posts

See All

Comments


bottom of page