L’educazione sessuale è un viaggio di consapevolezza del proprio corpo attraverso la conoscenza di come siamo fatti e di come funzioniamo, delle possibili interazioni con gli altri passando dal concetto fondamentale di consenso. Quando è giusto iniziare a parlarne e a chi spetta questo compito educativo?
“Ogni individuo, specialmente se giovane, ha il diritto di poter accedere a programmi completi di educazione alla sessualità e alle politiche relative alla sessualità.” (Articolo 8 della Dichiarazione dei diritti sessuali dell'International Planned Parenthood Federation) .
L’educazione sessuale è un viaggio di consapevolezza del proprio corpo attraverso la conoscenza di come siamo fatti e di come funzioniamo, delle possibili interazioni con gli altri passando dal concetto fondamentale di consenso.
Tra gli obiettivi dei percorsi di educazione sessuale ci sono la prevenzione delle gravidanze indesiderate (quindi la possibilità di progettare liberamente il timing della gravidanza), la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili e la promozione della salute sessuale.
Ma a che età è giusto iniziare a parlare di sessualità?
Fin dai primi mesi di vita il bambino quotidianamente entra in contatto con il proprio corpo e le infinite sensazioni che può suscitare, fino ad arrivare all’età scolare in cui le sue domande e curiosità iniziano a cercare un confronto con l’adulto e con i loro pari.
Non esiste quindi un’età giusta per iniziare a parlare di sessualità, è un percorso che inizia dalla nascita e continua per tutta la vita! Per aiutarci a definire le tappe educative, l’OMS Europa ha stilato delle linee guida che possiamo usare come spunto per gli argomenti e le modalità con cui approcciarsi al bambino in base alla sua età:
Da 0 a 3 anni: assecondiamo il tempo della scoperta stimolando la curiosità del bambino e l’esplorazione del proprio corpo dal quale può ricevere delle sensazioni piacevoli.
Da 4 a 6 anni: i bambini iniziano a riconoscere le differenze tra i due sessi biologici e ad esserne incuriositi.
Da 6 a 9 anni: inizia la pubertà, il tempo dei più profondi cambiamenti del nostro corpo che possono portare con se’ insicurezze e disagio; è necessario iniziare ad informare su mestruazioni e sulle prime eiaculazioni, eventi cardine per lo sviluppo sessuale di ogni individuo.
Dai 9 ai 12 anni: i ragazzi e le ragazze dovrebbero essere informati sull’uso di preservativi e contraccettivi, dei rischi nel mancato o scorretto utilizzo (malattie e gravidanze indesiderate) e dell’impatto della maternità e paternità sulla vita.
Dai 15 anni: i giovani devono poter ricevere informazioni riguardo alla possibilità e il diritto di abortire.
A chi spetta il compito di fornire una corretta educazione sessuale e sentimentale ai bambini?
Il primo luogo in cui un bambino viene educato, in generale e riguardo alla sessualità, è la famiglia, ma molto spesso i genitori vivono con un certo disagio e imbarazzo le curiosità e le domande dei figli su questo tema.
Evitare l’argomento però non serve, al contrario rischia di generare ancora più confusione. Un altro luogo fondamentale per l’educazione dei bambini e degli adolescenti è sicuramente la scuola. L’Italia, insieme a Lituania, Polonia e Romania, fa eccezione alla “regola” europea dell’obbligo di insegnare questa materia negli istituti scolastici; attualmente l’educazione sessuale è prevista solo in alcune scuole del nostro territorio.
Ma genitori ed insegnanti non sono soli! Possono in ogni momento richiedere il supporto di specialisti o invitare i ragazzi a parlare con un esperto, in modo da garantire a tutti una corretta educazione sessuale senza tabù.
Dott.ssa Giulia Barbarotta
Ostetrica e consulente sessuale in formazione
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