La comunicazione è alla base della relazione e il bambino comunica con il corpo che è il mediatore tra sé e il mondo, quindi il corpo è il mezzo attraverso cui il bambino comunica e si relaziona. Il corpo è espressione e relazione.
Con il corpo entriamo in relazione con lo spazio e con gli altri. Ogni nostra azione, movimento e spostamento richiede necessariamente una relazione con lo spazio che ci circonda: un corpo fermo e un corpo in movimento modificano entrambi lo spazio. Con il corpo interagiamo con l’ambiente e ci relazioniamo con gli altri.
Noi percepiamo, conosciamo e agiamo con il nostro corpo. È attraverso ciò che conosciamo, facendo esperienze diverse, che prendiamo consapevolezza del nostro corpo, mettendo in atto degli adattamenti. Infatti, il bambino conosce e costruisce lo spazio attorno a sé, attraverso il movimento e l’esplorazione prendendo consapevolezza di sé.
Il corpo è inoltre un importante mezzo di relazione, perché nella relazione con l’altro si comunica anche e soprattutto con il corpo, non solo con le parole: si tratta di comunicazione non verbale.
La comunicazione è alla base della relazione e il bambino comunica con il corpo che è il mediatore tra sé e il mondo, quindi il corpo è il mezzo attraverso cui il bambino comunica e si relaziona. Il corpo è espressione e relazione.
Spesso quando si parla di comunicazione, ci si riferisce agli aspetti puramente verbali, perché sono quelli più facilmente visibili e decodificabili, ma all’interno di una relazione è importante porre attenzione anche agli aspetti non verbali: lo sguardo, i gesti, la postura, la mimica, la prossemica, il tono, l’intensità della voce. Il linguaggio non verbale esprime il vero stato emotivo di ognuno di noi. Infatti, con le parole possiamo dire “sono molto felice oggi”, ma il nostro corpo può comunicare un messaggio contrastante mostrando uno sguardo triste, l’intensità di voce bassa, le spalle chiuse verso l’interno. L’interlocutore può osservare e decodificare questi messaggi non verbali quando è in ascolto nei confronti dell’altro e cioè è in relazione con l’altro. Infatti, affinché ci sia relazione il soggetto deve esserci e deve mostrare disponibilità a comunicare e quindi relazionarsi.
Con i bambini siamo noi adulti gli interlocutori e nella nostra relazione con loro dobbiamo essere attenti, in ascolto e restituire messaggi chiari e positivi. Il bambino deve potersi sentire accolto, ascoltato e compreso, in questo modo può sviluppare un riconoscimento del sé, del suo essere, del modo di fare e di conoscere. Con “messaggi positivi” non si intende dire che non bisogna riconoscere quando il bambino compie un’azione sbagliata, però ci sono modi diversi di rispondere al comportamento non adeguato: il messaggio non sarà “non sei capace”, ma “proviamo a trovare una soluzione insieme”. Da una parte si svilisce il suo modo di essere, dall’altra si corregge il modo di fare una determinata azione; inoltre è importante che un messaggio di feedback sia efficace, quindi non fermiamoci al “no, non si fa così”, ma forniamo al bambino anche il perché e un’alternativa valida.
Tornando al bambino, le prime esperienze di relazione con il mondo le compie attraverso il vissuto corporeo, ovvero tutte quelle azioni e sperimentazioni che vive con il proprio corpo. Per questo, è importante che fin dalla prima infanzia il soggetto viva esperienze corporee diverse che stimolino un corretto sviluppo psicomotorio, infatti la personalità del bambino si sviluppa anche con l’esperienza corporea. Attraverso l’esperienza corporea, le dinamiche di interazione che si creano tra lui e il contesto in cui vive, trasforma questa esperienza vissuta attraverso il corpo, in esperienza mentale tramite una elaborazione dello schema corporeo.
Concludendo possiamo quindi affermare che il corpo è una parte fondamentale nella relazione con l’altro e che è il mezzo principale attraverso cui il bambino sperimenta il mondo che lo circonda, conoscendolo e trasformando le informazioni ricevute attraverso l’esperienza corporea, in esperienza mentale, favorendo così lo sviluppo della sua personalità.
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