L’estate è tempo di vacanze, di viaggi, di incontri, di novità e nuove esperienze. Per qualcuno esplorare e scoprire è fonte di curiosità e desiderio per altri invece rappresenta una paura, un ostacolo.
Per le famiglie con preadolescenti, l’estate è un periodo di crescita e di messa alla prova: i ragazzi chiedono di avere più tempo per stare con gli amici o pretendono di fare tardi la sera. In sostanza i ragazzi vogliono l’autonomia che permette loro di osservare cosa c’è nel mondo. La ricerca di esplorazione è un bisogno presente fin da quando siamo bambini. John Bowlby (1969) osservò come la madre, e la relazione con lei, fornisce al bambino la base sicura dalla quale può allontanarsi per esplorare il mondo e farvi ritorno. Questo è possibile nel momento in cui il bambino si sente al sicuro rispetto ai possibili pericoli. Il bambino osserva la mamma e nel momento in cui il volto della madre è rilassato e disteso il bambino si sente libero di allontanarsi per esplorare. Al contrario, quando il bambino avverte qualche minaccia da parte del mondo esterno o quando il volto della madre esprime preoccupazione, cessa l’esplorazione per raggiungere prontamente la madre per poter ricevere conforto e sicurezza.
Il modo in cui la madre risponde ai bisogni di esplorazione e di conforto del bambino consente a quest’ultimo di costruirsi una rappresentazione di sé, della relazione con la madre e del mondo circostante. È da questa rappresentazione che anche i preadolescenti partono per esplorare ciò che li circonda. In base a quanto hanno appreso dalle loro esperienze infantili diventano piano piano consapevoli di cosa sono in grado di fare, fino a dove possono spingersi e quando invece è il caso di chiedere aiuto. I figli devono vivere la loro vita in prima persona per capire che non hanno sempre bisogno di qualcuno e per collaudare le loro capacità, il loro valore e la gestione delle loro emozioni.
Quale ruolo dunque per i genitori?
I genitori dovrebbero essere un porto sicuro in mezzo al mare da cui i ragazzi possono partire per conoscere ed esplorare e a cui possono ritornare per essere protetti, consigliati o reindirizzati. Le vacanze possono essere una buona occasione per permettere ai propri figli di sperimentarsi. Questo significa aiutare i propri figli a fare nuove esperienze all’interno della zona di sviluppo prossimale ossia esperienze che possono diverse da altre già sperimentate, ma con qualche difficoltà in più che da una parte è stimolante e dall’altra non è troppo dispendiosa a livello di energia o di pericoli. Per fare questo è importante conoscere bene le risorse e i punti di forza dei propri figli e anche le loro fragilità. I figli hanno bisogno di sentire che i loro genitori credono in loro, nelle loro capacità e risorse. I ragazzi devono poter sentire che i genitori li guardano e pensano: “ce la puoi fare da solo!”.
Dott.ssa Elisa Marveggio
Psicologa dell'Età Evolutiva
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