Lo sport rappresenta un'esperienza fondamentale nella vita dei bambini in fase di crescita. Praticare attività fisica in una società sportiva insieme alla scuola è una tappa fondamentale per “allenare” i più piccoli ad una vita più sana.
Si può essere praticare a partire dai 3 anni, per favorire un equilibrato ed armonico sviluppo del corpo, dello scheletro, dei muscoli, delle articolazioni oltre ad avere un importante ruolo dal punto di vista psicologico.
Sin da piccoli, i bambini corrono il rischio di adagiarsi in uno stile di vita troppo sedentario: nella prima età dello sviluppo, quando il loro apparato scheletrico e i muscoli sono in fase di formazione e stanno attraversando il fondamentale processo di crescita, è quindi importante abituarli ad una vita attiva, facendo praticare loro dello sport.
Lo sport può infatti diventare un utile strumento per favorire la crescita dei più piccoli e garantire al loro corpo uno stato di benessere e una predisposizione mentale alla pratica della vita all'aria aperta, del movimento e della socialità, di cui faranno tesoro negli anni della maturità.
Praticare uno sport da bambini, fornisce un prezioso bagaglio di esperienze, non solo motorie ma anche psicologiche, che lasceranno una traccia, positiva e duratura, nel nostro corpo e nel nostro spirito.
Per questo, un adulto che ha fatto sport da bambino, è in genere maggiormente predisposto a riprendere a fare esercizio e sport nell'età adulta e a farlo fare anche ai propri figli, affinché anch'essi possano trarre giovamento dai benefici connessi alla pratica sportiva.
Ai giorni nostri, il rischio che i vostri figli si adagino nell'ozio e si abituino a praticare una vita sostanzialmente sedentaria è molto elevato. Oltre a trascorrere molte ore seduti, fermi e attenti mentre sono in classe e mentre fanno i compiti, c'è una tendenza a spostarsi sempre di più in macchina e sempre meno a piedi e in bicicletta, a volte per paura dei genitori ma più spesso per una forma di pigrizia.
Inoltre, la presenza costante nelle nostre case di strumenti digitali come televisione, cellulari, tablet e console, finiscono per essere delle tentazioni irresistibili, che li porteranno a trascorre il loro tempo libero chiusi in casa a fissare uno schermo, anziché uscire all'aperto, per andare all'allenamento, al campo o al parco a socializzare e giocare con gli altri bambini.
Sebbene l’ultimo decennio abbia fatto registrare valori positivi rispetto alla pratica sportiva tra i bambini nel nostro paese, un’indagine condotta nel 2016 in alcune scuole primarie e secondarie dall’Istituto Superiore di Sanità ha rilevato che il 14% dei bambini non pratica sport e che soltanto il 24% di essi partecipa attivamente all’ora di educazione fisica. Sappiamo come questo, insieme ad un’alimentazione inadeguata, possa costituire un fattore di rischio per patologie come l’obesità e il diabete.
Per contrastare questa tendenza alla sedentarietà che, associata a cattive abitudini alimentari, come spuntini e bibite fuori pasto, può causare fenomeni di sovrappeso e obesità infantile, l'attività fisica e lo sport sono la soluzione più efficace e positiva, favorendo un regolare ed equilibrato sviluppo dell'apparato osseo e scheletrico, nonché un rinforzo delle fibre muscolari. A livello cellulare e di funzionamento interno, lo sport e l'attività motoria possono contribuire ad attivare e regolarizzare il metabolismo, a regolarizzare la circolazione e la pressione sanguigna, collaborando allo sviluppo armonico degli organi e delle altre parti del corpo.
Grazie all'educazione fisica e poi allo sport, ogni bambino potrà sperimentare le sue prime esperienze motorie e, oltre alla muscolatura, sviluppare le capacità che gli permetteranno di muoversi in maniera corretta in rapporto allo spazio che lo circonda.
Gli sport che richiedono un certo grado di sforzo, come il nuoto e il calcio, favoriscono lo sviluppo di forza, velocità e resistenza, mentre discipline come la ginnastica artistica e l'atletica, aiutano a migliorare e allenare il suo senso dell'orientamento e dell'equilibrio, nonché le sue capacità di coordinazione e precisione.
Il movimento fisico è direttamente connesso all’incremento della motricità nel bambino, ne consegue che l’intero piano neurofiosiologico è interessato dagli effetti benefici del movimento abituale. In altre parole, l’età evolutiva è il periodo in cui la nostra mente integra l’automatismo degli schemi motori che si autorappresenterà, inconsciamente, per tutta la vita.
È quindi importante non scindere lo sviluppo corporeo da quello mentale ma, anzi, incentivare il bambino a praticare sia l’attività sportiva strutturata che quella libera, così da favorire l’elaborazione corretta degli stimoli sensoriali provenienti contemporaneamente dall’ambiente esterno e dal proprio corpo. Lo sport e il gioco all’aperto contribuiscono direttamente, infatti, a perfezionare il controllo corporeo e la coordinazione motoria, migliorando:
la tenuta del tessuto muscolo-scheletrico e la postura;
le funzionalità endocrina e cardiovascolare;
la qualità del sonno;
le percezioni uditive, tattili e visive;
l’autostima e l’emotività.
Il compimento dello sviluppo psico-motorio di base avviene infatti diversi anni dopo i primi passi: si stima che soltanto tra i 6 e i 10 anni il bambino acquisisca definitivamente il pieno controllo delle proprie abilità motorie e psichiche. Grazie allo sport, i più piccoli hanno quindi la possibilità di esplorare ampiamente le proprie possibilità fisiche, condividendo successi e sconfitte e provando a superare i propri limiti sul campo, insieme a compagni di giochi, familiari e animali domestici.
Alcuni genitori preferiscono non far praticare sport ai propri figli, per timore che questo ulteriore impegno li distragga e soprattutto li porti a dedicare meno tempo alla scuola e allo studio. Nel prendere questa decisione, ogni genitore dovrebbe mettere sul piatto della bilancia un importante fattore, ossia che lo sport, oltre a favorire lo sviluppo fisico e a migliorare le capacità coordinative e condizionali, per i bambini può essere anche un buon allenamento per la mente.
A livello celebrare ed emotivo, lo sport può rappresentare una prima palestra della vita, che permetterà ai vostri piccoli di imparare e comprendere il funzionamento del proprio corpo, le sue reazioni, i suoi limiti, le sue potenzialità, acquisendo una maggiore conoscenza e consapevolezza di sé, e spingendoli, nel corso del loro percorso di crescita, a coltivare il desiderio di mettersi alla prova e di testare le nuove capacità acquisite.
Allo stesso tempo, sarà per loro una prima occasione di confronto con gli altri e di socialità, che gli permetterà di conoscere persone nuove, sia bambini, ossia i loro compagni di squadra o i loro avversari, sia adulti, come istruttori, allenatori e altri genitori.
Questo incontro con l'altro, in un ambiente sicuro e protetto come quello sportivo, arricchirà sicuramente il loro bagaglio emotivo ed emozionale, mettendoli per la prima volta a confronto con un ambiente diverso da quello domestico a cui sono abituati, e spingendoli a conoscere gli altri e a sperimentare l'approccio con altre persone diverse dai propri familiari.
Lo sport può anche essere visto come una rappresentazione mediata della loro futura vita sociale, che gli insegnerà l'importanza del rispetto delle regole, non solo per ottenere la vittoria ma anche per garantire l'equilibrio e l'armonia di tutto il sistema, ma anche degli altri, delle loro possibilità e capacità e del loro ruolo all'interno della squadra e del gruppo di appartenenza.
Attraverso le prime esperienze sportive e sociali, grazie al vostro esempio, a quello degli allenatori e a quello dei compagni, i vostri figli inizieranno a sviluppare la propria personalità, cominciando a delineare il tipo di adulto che diventeranno in futuro.
Alessandro Poloni
Osteopata - Massoterapista
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