Quando siamo di fretta a scuola, al lavoro, a casa, agiamo con distrazione, con imprecisione e perdiamo di vista obiettivi intermedi, scopi e, perché no, perdiamo di vista la semplicità di ciò che ci sembra sempre condito dal caos e dalla frenesia. Educhiamoci dunque alla lentezza, quella della lumaca che lascia il segno pur procedendo lentamente.
“Dai veloce!!!” oppure “Non ho tempo, sono di fretta…” sono frasi che diciamo e sentiamo continuamente.
D’altronde, come spesso ci diciamo, siamo in una società che impone un carico di impegni intenso e ritmi rapidi che si perdono tra incastri e tasselli da posizionare in un planner sempre colmo.
Questo succede nel mondo adulto, ma anche nel mondo dei bambini e dei ragazzi, un po’ perché li coinvolgiamo nelle nostre modalità e nella nostra routine, un po’ perché l’esempio che assorbono è quello di persone di riferimento che corrono. Velocemente. Di fretta.
Ma non si diceva, in un proverbio del passato sebbene sempre attuale, “Chi va piano va sano e va lontano”?
Dunque, ripartiamo dalla saggezza dei detti dei nostri nonni e bisnonni e pensiamo per un attimo, chiudendo gli occhi alla nostra giornata. Ma immaginiamola rallentata. Immaginiamo pause. Alcune fatte di silenzi e altre fatte di condivisione pregna di presenza (ci sono e lo sento, lo vivo, lo percepisco appieno).
Un docente della primaria e dirigente scolastico, Gianfranco Zavalloni, ci aveva presentato la cosiddetta “Pedagogia della lumaca”, quella modalità di essere-nel-mondo che avviene partecipando attivamente ai momenti della giornata e della vita, senza fretta, con la lentezza di una lumaca che percorre (non corre!), che ci insegna a ricordarci dei nostri cinque sensi sempre attivi, che ci educa alla consapevolezza.
Da adulti e da bambini avremo così occasione, nella lentezza (che non significa perdita di tempo o improduttività), di vivere le nostre azioni dando loro significato, condividendo emozioni, esperienze e apprendimento.
In fondo, quando siamo di fretta a scuola, al lavoro, a casa, agiamo con distrazione, con imprecisione e perdiamo di vista obiettivi intermedi, scopi e, perché no, perdiamo di vista la semplicità di ciò che ci sembra sempre condito dal caos e dalla frenesia.
Educhiamoci dunque alla lentezza, quella della lumaca che lascia il segno pur procedendo lentamente. Che si concede pause, ozio, noia. Che non perde il gusto di ogni passo, seppure lento, ma decisamente più saporito.
È una sfida? Certo! Se poi pensiamo di trovarci in un momento dell’anno che quasi per tutti rappresenta un inizio reale (senza nulla togliere a gennaio, capofila del calendario… settembre è lo start più reale e impegnativo!) sembra quasi impossibile.
Credetemi, non lo è.
Iniziamo a educarci alla cura del tempo, non solo all’accumulo nel tempo.
Sfida accettata?! Ognuno al suo ritmo, si intende.
Dr.ssa Ilaria Giotto
Pedagogista
Tutor dell’apprendimento e Tutor Dsa
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