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  • Writer's pictureCentro per la Persona e la Famiglia

LA RESILIENZA DEGLI OVER 65: ASPETTATIVE FUTURE E L'IMPOSTANZA DI RICOMINCIARE

La pandemia e il distanziamento sociale ha colpito maggiormente le categorie più fragili come over 65 e anziani. E' quindi importante identificare correttamente e potenziare le loro risorse per aiutarli a ripartire.



Il nostro paese mostra un tasso di longevità elevato grazie alla qualità e allo stile di vita che permette a ormai a molti di godersi una lunga vecchiaia.

Proprio perché siamo così longevi, il termine “terza età” è ormai inadatto. Non è un fattore esclusivamente cronologico infatti la qualità della vita che intercorre dai 65 ai 100 anni d’età è in evidente miglioramento, non soltanto dal punto di vista medico, ma anche mentale e relazionale. Si parla ormai di una terza e una quarta età con confini non netti:

  • La prima include neopensionati, spesso molto attivi o con un discreto stato di salute, con qualche difficoltà di carattere cronico che non ostacola però attività come frequentare amici, viaggiare, coltivare interessi culturali o di svago, fare i nonni e aiutare i figli con la gestione della quotidianità;

  • La seconda è composta da persone con uno stato di “vecchiaia” più avanzato con una graduale riduzione dell’autonomia, sviluppo di più gravi patologie croniche che divengono degenerative, una ridotta mobilità, tutti aspetti che impoveriscono la rete sociale. Molte di queste persone non possono più prendersi cura degli altri, non possono essere di aiuto alla propria famiglia, diventando invece bisognosi di un proprio caregiver, un familiare o una badante, oppure risiedono stabilmente in RSA dove possono ricevere assistenza e cure, ma dovendo allontanarsi dagli affetti familiari.

La pandemia colpisce queste due categorie in maniera diversa: i senior maggiori, meno autonomi e più vulnerabili nella salute, stanno soffrendo maggiormente di un distanziamento fisico, e di conseguenza relazionale, dai famigliari; i senior più attivi invece devono limitare fortemente la loro mobilità, rinunciando alla parte più sociale della loro vita che interessa relazioni allargate, e devono prestare maggior attenzione all’autotutela a casa, perché i contagi possono essere veicolati proprio dalle famiglie che frequentano e sostengono abitualmente.

Il distanziamento fisico, arma indispensabile per contrastare il contagio e le conseguenze particolarmente nefaste per gli anziani, non deve però coincidere con un impoverimento delle relazioni sociali. Se da un lato è salutare stare distanti dall’altro possiamo stare vicini, essere solidali e sentirci più uniti attraverso la tecnologia, che non sostituisce il contatto diretto ma funziona per integrare il depauperamento relazionale.


Racconta un nonno: “nel periodo di lockdown mi ha aiutato poter continuare a fare il nonno a distanza, ho inventato con mio nipote il gioco del TG. Io ero il direttore e lui il vicedirettore. Ci divertivamo a creare notizie e nel frattempo lo aiutavo a tradurre tante informazioni mediatiche a volte difficili da comprendere”


Per molti è stato fondamentale poter mantenere le relazioni con i propri nipoti, anche se con modalità nuove e digitali.

E’ evidente che la pandemia colpisca maggiormente le categorie più fragili come giovani e anziani, oltre a disabili o malati fisici, ed è quindi importante identificare correttamente e potenziare le loro risorse in termini di reazione alle difficoltà. Anche la fascia over 65 possiede parte di queste risorse, ma deve essere accompagnata a questo processo promuovendo un aggiornamento delle loro competenze sociali e digitali.

Coloro che hanno avuto la fortuna di avere vicino e rimanere in contatto con parenti, conoscenti e amici, hanno sicuramente corso maggiori rischi legati alla salute fisica ma hanno promosso maggiormente il mantenimento di un livello minimo di quotidianità. Al contrario coloro che hanno sperimentato una maggiore condizione di isolamento potrebbero aver percepito maggior fatica nel riattivare un buon livello di autonomia e socialità quotidiana.

La capacità di apprendere nuove informazioni fisiologicamente è possibile per tutta la vita ed è importante promuoverla costantemente in modo attivo per rallentare il decadimento cognitivo. Tenere in allenamento la mente ma anche il corpo rappresenta quindi l’arma più efficace per rallentare l’invecchiamento. Sicuramente coloro che si sono maggiormente isolati avranno percepito un peggioramento del proprio stato di benessere. Quindi che anziani saranno oggi? Quali competenze saranno in grado di promuovere nuovamente e quali invece avranno perso?


È importante porsi queste domande ed è necessario che i parenti aiutino i propri cari a ripartire con attività adeguate alle competenze rimaste o possibilmente recuperabili.

Il nostro centro si prende cura anche degli over 65 promuovendo attività di promozione del benessere fisico e cognitivo. Se sei un parente e hai bisogno di informazioni a riguardo, contattaci senza impegno.


Dott.ssa Colzani Francesca

Psicoterapeuta sistemico relazionale familiare



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