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  • Writer's pictureCentro per la Persona e la Famiglia

LO SPORT E LA DISABILITÀ: INCLUSIVO ED EFFICACE

Fare sport per le persone con disabilità intellettiva e/o relazionale, è un validissimo strumento per favorire lo sviluppo di potenzialità individuali e incrementare il repertorio di competenze e capacità di ogni individuo.



Lo sport è da sempre considerato uno dei principali alleati necessari per poter condurre uno stile di vita sano ed equilibrato e per mantenere il nostro corpo vivo ed in salute.

L'attività sportiva non porta benefici soltanto a livello fisico, ma anche (e soprattutto) a livello psicologico, educativo e relazionale.

Fare sport infatti, ancora di più per le persone con disabilità intellettiva e/o relazionale, è un validissimo strumento per favorire lo sviluppo di potenzialità individuali e incrementare il repertorio di competenze e capacità di ogni individuo.


Attraverso la pratica sportiva, ogni individuo è in grado di sviluppare una maggior autoconsapevolezza del proprio corpo, scoprire cosa è in grado di fare, permettendo di innalzare la propria autostima e fiducia nelle proprie abilità.

Inoltre, l'attività sportiva spesso rappresenta un'occasione per bambini/e disabili per poter fare esperienze di interazione sociale al di fuori dei contesti scolastici, educativi e familiari.


Il potere inclusivo dello sport

Quello che contraddistingue il contesto sportivo da tutti gli altri contesti che si sperimentano durante la vita quotidiana, è che durante l'attività sportiva nessuno è diverso, ma tutti sono uguali.


Lo sport è ciò che consente a tutti i ragazzi disabili di poter vivere esperienze di tipo ricreativo e non sempre e solo attività puramente terapeutiche e riabilitative.

Durante l'attività sportiva, tutti i ragazzi si impegnano per soddisfare i loro bisogni come la necessità di autonomia, di crescita e di assunzione di un ruolo all'interno del gruppo.

Ogni individuo viene così responsabilizzato non solo verso se stesso, ma anche verso gli altri: è una rara occasione dove anche i ragazzi disabili possono porsi come "modello" da imitare per i compagni che sperimentano delle difficoltà verso un preciso compito o esercizio, permettendogli di aiutare un loro compagno più in difficoltà. Lo stesso può accadere in una situazione inversa: ogni bambino può ritrovarsi in entrambe le condizioni, ossia aiutare ed essere aiutato.

Lo sport come prevenzione

Oltre ai benefici a livello emotivo e relazionale, lo sport può svolgere una funzione preventiva per alcune particolari disabilità, soprattutto quelle con un importante coinvolgimento dell'aspetto motorio.


Ad esempio, praticare attività sportive di movimento aiuta nel prevenire retrazioni muscolari e deformità a livello muscolo - scheletrico che, se non trattate in maniera opportuna, possono causare l'insorgenza di complicanze peggiori che rischiano di compromettere le capacità e l'autonomia dell'individuo.


Anche tutto ciò che concerne il tono muscolare ne trae beneficio: la pratica sportiva, soprattutto la ginnastica e l'atletica, migliora la capacità di modulare il proprio tono muscolare e favorisce la propriocezione, andando a prevenire situazioni di ipotono o ipertono, molto frequenti in alcune forme sindromiche.

Lo sport come riabilitazione

Alcuni studiosi si sono chiesti se alcune discipline sportive fossero persino in grado di portare, oltre ad un generale benessere psicofisico, anche importanti miglioramenti nel funzionamento comportamentale.


Uno studio del 2016 (Bremer et al.,2016), consultabile qui, si è posto come obiettivo quello di analizzare l’impatto che lo sport ha in ragazzi con disturbo dello spettro autistico dalla nascita fino ai 16 anni.

Gli aspetti che sono stati presi in considerazione, sono stati:

1) presenza comportamenti stereotipati

2) livelli di attenzione

3) comportamento socio-emotivo.

I risultati hanno dimostrato che gli interventi di esercizio che consistono individualmente in jogging, equitazione, arti marziali, nuoto, yoga e danza possono portare significativi miglioramenti per quanto riguarda i comportamenti stereotipati, il funzionamento socio-emotivo e i livelli di attenzione.


Ivan Conia

Terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva

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