Quando si perde un bambino improvvisamente, si è sopraffatti dalla tristezza, dallo shock, dal dolore, dalla depressione, dai sensi di colpa, dalla rabbia e da molte altre emozioni. In questi casi, il desiderio potrebbe essere quello di rimanere in solitudine, senza parlare o aprirsi con nessuno. Sono tante, infatti, le situazioni e le emozioni che i genitori in lutto vivono e ognuno reagisce in modo diverso.
Ecco alcuni consigli che potrebbero essere utili per provare ad affrontare questo momento molto faticoso.
Quando si perde un bambino improvvisamente, si è sopraffatti dalla tristezza, dallo shock, dal dolore, dalla depressione, dai sensi di colpa, dalla rabbia e da molte altre emozioni. In questi casi, il desiderio potrebbe essere quello di rimanere in solitudine, senza parlare o aprirsi con nessuno. La mente, poi, potrebbe continuare a pensare al proprio dolore, cercando continuamente i “perchè” e ricriminando i “Se ….”
Il dolore causa anche diverse reazioni fisiche. Ci si potrebbe sentire esausti a fare anche le piccole cose, come se anche semplicemente esistere fosse faticoso. Per alcune persone, il dolore, poi, può sembrare simile alla paura intensa.
Sono tante, infatti, le situazioni e le emozioni che i genitori in lutto vivono e ognuno reagisce in modo diverso.
Ecco alcuni consigli che potrebbero essere utili per provare ad affrontare questo momento molto faticoso:
1) Accettare le proprie emozioni, qualunque esse siano:
Le emozioni, quando accadono determinati eventi difficili da elaborare, possono cambiare giorno per giorno e ora per ora. È importante, quindi, cercare di accettare questi sentimenti, anche se sono sorprendenti o preoccupanti.
È possibile, infatti, provare rabbia, invidia o risentimento nei confronti di amici o parenti che vivono una gravidanza o una nascita o hanno altri figli . Tutti questi sentimenti sono normali.
Un altro sentimento molto comune in questi casi è il senso di colpa, legato alla paura che la morte del proprio bambino sia dovuta a qualcosa che si è fatto o che non si è fatto. Questi tipi di sentimenti sono molto comuni . Molte persone si sentono in colpa, o giudicano o incolpano se stesse. È fondamentale provare a parlare apertamente e onestamente esprimendo questi pensieri al partner o a chi si sente più vicino ed è disponibile all’ascolto.
In futuro ci si potrebbe anche sentire in colpa di qualcosa che ci fa sorridere o ridere, perché si pensa, in questo modo, di non rispettare il ricordo del proprio bambino. Tuttavia, è importante riconoscere i sentimenti di felicità così come di tristezza.
2) Concedersi del tempo:
E’ fondamentale concedersi di essere tristi. Spesso, /in questi casi, le altre persone cercano di aiutare dicendo cose come “Non importa, puoi provare ad avere un altro bambino” o “Metti l’esperienza dietro di te, vai avanti con la tua vita”, ma la cosa più importante è prendere e accettare il dolore per quello che è.
Può volerci molto tempo prima di raccogliere di nuovo i pezzi della propria vita, e anche allora è probabile che ci saranno ancora momenti in cui ci si sentirà tristi. Per molti genitori il dolore bussa sempre alla porta, anche con il passare degli anni, in particolare durante una ricorrenza (il suo compleanno, il suo anniversario).
Il dolore, infatti, è una lunga strada da percorrere piena di ostacoli . Piano piano, sarà possibile attraversare il lutto con l’intensità delle sue emozioni e iniziare “una nuova vita” portando nel cuore il proprio bambino .
3) Prenditi del tempo
Tornare al lavoro può essere incredibilmente difficile. È, infatti, come tornare in un luogo in cui esisteva il “vecchio”, prima della perdita. Potrebbe essere utile incontrare il proprio capo prima di tornare, per parlare di ciò che si è in grado di affrontare nei primi giorni. Può anche essere utile passare questo tempo a salutare rapidamente i colleghi, in modo da non dover affrontare questo problema al primo giorno di ritorno.
A seconda del proprio lavoro, potrebbe essere utile chiedere al proprio datore di lavoro un momento di pausa, per poter lavorare sul proprio lutto prima di tornare.
È importante, poi, capire che ogni sofferenza è unica e che il partner partner potrebbe non soffrire allo stesso modo
Se il padre del proprio figlio non sembra essere colpito dalla perdita, può essere utile sapere che uomini e donne spesso soffrono e mostrano il loro dolore, in modo diverso .
Mentre le donne tendono ad esprimere i loro sentimenti e cercano supporto dagli altri, gli uomini possono avere maggiori probabilità di mantenere i loro sentimenti e affrontare la tristezza da soli.
Molti uomini sentono di aver bisogno di prendersi cura dei propri partner rimanendo forti e adottando meccanismi di coping o distrazioni, come tornare presto al lavoro .
Poiché le esperienze di dolore sono così individuali, le coppie che soffrono di dolore spesso si sentono separate. Può essere molto difficile sostenere qualcun altro e assistere al suo dolore quando si vive una tale sofferenza.
Se il tuo partner non sembra essere triste come te, cerca di non dare per scontato che non gli interessi di te o del tuo bambino. Cercate di trovare il tempo di parlare e conoscere i sentimenti e le emozioni che ognuno di voi sta affrontando, .
Condividere e comunicare il tuo dolore, per quanto difficile possa sembrare, può aiutare a renderlo più sopportabile . Per alcune coppie è stato fondamentale perchè si sono sentiti ancor piu’ vicini.
4) Aprirsi con gli altri
Nei giorni e nei mesi vicini alla perdita ci si trova circondati da tante persone e tutti sono disposti a dare un abbraccio e ad ascoltare. Il dolore, però, è qualcosa di molto privato e racchiude in sè una grande solitudine. Sebbene possa essere doloroso, però, condividere la propria storia può aiutare a dare un senso alla perdita e sentirsi meno soli.
5) Chiedere un supporto
È importante accettare che il recupero sarà lento. Il dolore, infatti, non scompare mai completamente . La maggior parte dei genitori raggiunge gradualmente una “nuova normalità” col trascorrere del tempo, ma non c’è esattamente un tempo perché ognuno è diverso. Qualora il dolore diventi troppo grande per essere affrontato con il solo aiuto di un famigliare o di un amico. Un aiuto potrebbe essere quello di rivolgersi a un esperto, psicologo o psicoterapeuta, che offrirà uno spazio di ascolto senza alcun giudizio.
Dott.ssa Beatrice Farina
Psicologa - Psicoterapeuta in formazione
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