Bruciore di stomaco, dolore toracico, rigurgiti sono i sintomi più noti del reflusso gastroesofageo, ovvero la risalita del materiale acido dallo stomaco all’esofago. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, in Italia, 1 persona su 3 ne soffre e le probabilità di comparsa crescono con l’aumentare dell’età, sebbene ne soffrano di frequente anche neonati e donne in gravidanza.
Il reflusso gastroesofageo (in inglese G.E.R.D. gastro-esophageal reflux desease) è la risalita del contenuto acido dello stomaco nell’esofago.
In una situazione normale di solito questa risalita è impedita dalla corretta chiusura del cardias, uno sfintere muscolare posto tra stomaco ed esofago.
Quando la chiusura del cardias non risulta pienamente efficace (ernia iatale, lassità dei mezzi di contenimento del cardias) il verificarsi di reflusso gastro esofageo è piuttosto comune.
I sintomi si dividono in
tipici, come: bruciore alla bocca dello stomaco e nell’area del torace (pirosi) e rigurgito acido
atipici o extra-esofagei, come: asma; dolore retrosternale o toracico; sensazione di fastidio a livello del collo (globo esofageo); difficoltà a deglutire (disfagia); mal di gola, raucedine; tosse secca o produttiva e respiro sibilante, soprattutto durante il riposo notturno; gengiviti (infiammazione delle gengive) ed erosione dello smalto dentale.
La sintomatologia aspecifica respiratoria è causata della risalita dei succhi gastrici che irritano le mucose delle vie respiratorie (tosse stizzosa e secca, cali di voce soprattutto al risveglio, faringiti, ipersecrezione di muco).
L’osteopatia è in grado di dare un grande aiuto alle persone affette da questo disturbo.
Esofago e stomaco sono in rapporto tramite il cardias, il quale è mantenuto in sede da strutture legamentose e da fasci muscolari provenienti dal diaframma. È quindi facile capire come una disfunzione diaframmatica possa ripercuotersi negativamente sulla continenza del cardias.
Inoltre, un aumento della cifosi dorsale (molto comune tra i pazienti affetti da GERD) influisce in modo negativo sul movimento fisiologico diaframmatico e di conseguenza sullo stomaco.
Infine, come dimostrato da studi scientifici già negli anni ’50, disfunzioni (blocchi articolari) cervicali e dorsali possono influenzare, attraverso il nervo frenico (cervicale media) e nervi ortosimpatici dorsali (D5-D9), il corretto funzionamento diaframmatico e gastrico.
Lo scopo del trattamento osteopatico consiste nel rinforzare e rilassare la giunzione gastro-esofagea, attraverso l’induzione concentrata in questa zona e di aprire qualsiasi fissazione fibromuscolare della giunzione e delle strutture circostanti.
Per ottenere una maggiore efficacia le tecniche vanno eseguite in una sequenza specifica:
ascoltare l’addome
liberare le zone di inserzioni del fegato
liberare il piloro e lo stomaco
liberare la giunzione gastro-esofagea
manipolare le fissazioni scheletriche importanti che persistono (ad esempio le articolazioni costo-condrali)
normalizzare le fissazioni craniche e sacrali
Sono molti gli studi che analizzano l’efficacia del trattamento manipolativo osteopatico in pazienti affetti dalla sindrome di reflusso gastroesofageo, e si è potuto apprezzare come la malattia da reflusso gastroesofageo sia una condizione piuttosto frequente nella popolazione e come tale sindrome riduca notevolmente la qualità della vita a causa della serie di sintomi tipici che ne conseguono. Dalle anamnesi sono emersi sintomi somatici comuni ovvero: cervicalgia, dorsalgia, dolori al petto e cefalea.
Dopo 3 sedute osteopatiche si è evidenziato una significativa diminuzione dei sintomi correlati al GERD (in particolare il dolore al petto) e un conseguente miglioramento della qualità della vita.
Insieme al trattamento l’osteopata darà al paziente diversi consigli come: non andare a letto subito dopo il pasto, non indossare cinture o indumenti stretti, dormire su un cuscino alto, evitare la posizione decliva, non tenere le braccia in alto e la testa inclinata indietro a lungo, evitare l’assunzione di alcuni cibi che possono irritare il tratto esofageo come cioccolato, caffè, tè, alcol, arance insieme ad una dieta sana e un corretto stile di vita.
Il trattamento ovviamente non andrà a “guarire” o risolvere definitivamente il disturbo da reflusso gastroesofageo (che può essere risolto tramite intervento chirurgico nei casi particolarmente gravi), ma va a migliorare notevolmente la percezione dei sintomi da esso provocati.
Se non trattato ed ignorato alcune complicanze che possono insorgere sono: ulcere; stenosi (restringimenti) dell’esofago a causa di cicatrici e tessuto fibroso; una modificazione delle cellule della mucosa esofagea, chiamata esofago di Barrett, che in qualche sfortunato caso può portare al cancro all’esofago, se il reflusso perdura per molti anni e non viene curato.
Dott. Alessandro Poloni
Osteopata - Massoterapista
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