Ci sono donne che sono già mamme, altre che lo diventeranno, altre ancora che non vorranno esserlo. Poi ci sono donne che scelgono di essere madri solo finché ce ne è bisogno. Sono le mamme affidatarie, donne coraggiose e generose che si mettono a disposizione -con il proprio compagno, ma anche da sole- per aiutare un bambino che ha bisogno di loro anche se solo temporaneamente.
Alcuni bambini infatti hanno bisogno di accoglienza perché i loro genitori si trovano in difficoltà e necessitano di tempo per superare i problemi personali e di coppia. Se i genitori riusciranno a stare meglio, i figli torneranno a casa da loro, altrimenti gli operatori sociali predisporranno un progetto per i minori. In questa fase, che può durare mesi ma anche anni, per i bambini non è possibile attivare un percorso di adozione, ma è possibile invece attuare un progetto di affido eterofamiliare.
L’affido è un gesto di amore e disponibilità grandissimo.
Significa assumere un ruolo da genitore, senza averne l’esclusività e sapendo che è a termine.
Come si affronta un’esperienza così complessa?
Con la consapevolezza, fin dal primo momento, che l’affidatario non sta prendendo il posto del genitore, ma lo sta aiutando in un momento difficile, attraverso il sostegno affettivo e pratico a suo figlio.
L’affido è quindi un’esperienza di condivisione e i genitori affidatari sono indispensabili per garantire a questi bambini un contesto familiare positivo, affettivo e supportivo.
Importante è sapere che iniziare un’esperienza non deve appagare il proprio desiderio di famiglia, di maternità o paternità inespresse, non deve riempire un vuoto personale. Questi bambini infatti hanno bisogno di amore e di sentire vicino a loro una famiglia vera, una relazione solida e persone che possano essere punti di riferimento.
Qualche informazione: per potersi candidare come affidatari non bisogna essere per forza sposati, l’affido è aperto anche a persone separate, divorziate, single, senza limiti di età. In generale gli affidatari si impegnano ad accogliere presso di sé il bambino, a provvedere al suo mantenimento, alla sua educazione e istruzione, a curare e mantenere i rapporti con la famiglia d’origine, a collaborare con i servizi per l’infanzia.
E’ senz’altro un percorso complesso, ma anche molto ricco a livello umano e sociale. Gli affidatari vengono sostenuti nel percorso da psicologi e specialisti sia individualmente sia in gruppo.
Conoscevi l’istituto dell’affido familiare?
Se vuoi saperne di più, puoi rivolgerti ad un Centro Affidi, al Servizio Sociale del tuo Comune di residenza, o chiedere un appuntamento alla scrivente, per valutare preliminarmente, se ci sono i presupposti per avviare la richiesta in ambito istituzionale.
Dott.ssa Valeria Biffi
Psicologa, Psicoterapeuta, Mediatrice familiare
Comments