Corsi area neonatale
AUTISMO
1° VALUTAZIONE
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Incontro anamnestico (durata 60 minuti)
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Incontro sostegno alla genitorialità
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Valutazione diretta (durata 2 ore) + relazione finale
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PACCHETTI PRESA IN CARICO
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4 ORE SETTIMANALI (workshop ogni 45 giorni, materiali)
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6 ORE SETTIMANALI (workshop mensile, materiali)
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8 ORE SETTIMANALI (workshop mensile, materiali)
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10 ORE SETTIMANALI (workshop mensile, materiali)
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COLLOQUIO FUORI SEDE CON INSENGNATI
COLLOQUIO IN SEDE O ONLINE CON INSENGNANTI
PARENT TRAINING (1 ora)
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0362.276510
351.6701442
“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi.”
M. Proust
Elisabetta Oltolini
PSICOLOGA - PSICOTERAPEUTA
Chi sono
Mi sono laureata in Psicologia presso l’Università degli Studi di Padova nel febbraio del 1999, sono iscritta all’Ordine degli Psicologi della Lombardia dal 2001 (n.6228).
Ritenendo fondamentale per lo svolgimento della professione di psicologa la formazione continua, ho conseguito:
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nel 2003 il titolo di counsellor grazie ad un Master di durata triennale volto ad apprendere una tecnica per promuovere un intervento breve, strutturato e circoscritto nel tempo. Il counselling è un intervento che si propone di sostenere la persona nella ricerca e nell’attivazione delle proprie risorse per affrontare ad esempio le crisi o migliorare i rapporti interpersonali.
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nel marzo 2017, dopo un corso quadriennale -2012/2016- presso la scuola di psicoterapia Panta Rei di Milano diretta dal dott. Antonio Caruso, ho ottenuto il titolo di psicoterapeuta specializzandomi in Psicoterapia ad indirizzo Sistemico Socio-Costruzionista.
La formazione accademica non può sopperire all’esperienza clinica, per cui, appena dopo l’esame di Stato (2001) ho iniziato la mia attività in un servizio di supporto rivolto ai familiari degli utenti della psichiatra; tale esperienza mi ha portata a comprendere l’importanza di “leggere” il disturbo nei suoi diversi significati all’interno del sistema familiare di riferimento e ad avvicinarmi all’approccio sistemico.
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Dal 2004 ad oggi lavoro in un servizio pubblico (Comune di Saronno) rivestendo per lo stesso diversi incarichi che riguardano sia le attività concernenti il servizio Tutela Minori che le attività dei servizi che si rivolgono in maniera specifica all’area adulta.
Dal 2005 collaboro come consulente con l’Associazione Porta Aperta di Rho, che è nata nel1998 come parte integrante dell’equipe di Cure Palliative e Terapia del Dolore dell’Azienda Ospedaliera, gestendo un servizio psicologico rivolto ai malati oncologici, ai loro familiari e alle persone che vivono l’esperienza del lutto.
Mi sono ritrovata spesso a fronteggiare numerose crisi ed eventi dalla portata traumatica (ad es. violenza intrafamiliare, divorzi conflittuali, insorgenza di malattia psichica e/o organica grave o altri eventi paranormativi) e ciò mi ha condotta ad approfondire tecniche tipiche della psicologia dell’emergenza presso l’Istituto Europeo di Psicotraumatologia e Stress Management per completare poi la formazione di Primo e Secondo Livello acquisendo la possibilità di utilizzare EMDR (Eye Movement Desensitization Reprocessing) in terapia.
Sono socia dell’Associazione EMDR Italia e socia di SIPO Società Italiana di Psico-oncologia.
Servizi offerti
Consulto psicologico orientativo:
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consulenza breve per l’inquadramento della problematica portata dalla persona; esito della valutazione può essere una proposta di trattamento oppure l’invio a professionisti o centri valutati maggiormente idonei a rispondere al problema portato.
Psicoterapia:
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Percorso di cura per il trattamento di sintomi psichici che inficiano la qualità della vita (ad es. disturbi di ansia, dell’umore, comportamenti ossessivi, difficoltà nella gestione delle emozioni ed impulsività). Il lavoro terapeutico si focalizza principalmente sui processi che hanno generato il problema e che lo alimentano nel "qui e ora", al fine di costruire e attivare le risorse per farvi fronte. Si concentra dunque prevalentemente sul presente, dando senso in quest’ottica anche al passato e al futuro.
La seduta di Psicoterapia deve poter essere uno spazio di “allenamento” per la vita quotidiana della persona, perché ciò che accade in seduta deve poter essere esportabile nella “vita reale”. Mi avvalgo pertanto oltre che di strumenti presi dall’approccio sistemico anche di altri presi da approcci terapeutici, con una integrazione finalizzata all’elaborazione dei vissuti emotivi e delle esperienze significative del passato, alla consapevolezza dei propri pregiudizi, delle proprie ricorsività e alla generazione di nuovi punti di vista e stati emotivi che facilitino il processo generativo il cambiamento.
Le tecniche che utilizzo per poter svolgere il lavoro terapeutico sono di tipo conversazionale, ma anche narrative e interattive, ponendo l’attenzione sulle azioni dentro e fuori la stanza di terapia.
Nello specifico, vengono utilizzate:
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Tecniche espressive e psico-corporee, che permettono di entrare in contatto con la propria sfera emotiva.
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Tecniche narrative, che permettono di far emergere e dare senso ai propri vissuti e alle proprie premesse.
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Compiti a casa, per portare “fuori” ciò che emerge in seduta e permettono alle persone di sentirsi padrone ed esperte del loro processo di cambiamento favorendo l’ enpowerment.
Psicoterapia con tecnica EMDR:
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è una pratica che si integra con diversi approcci psicoterapeutici ed è particolarmente efficace per l'analisi e l'elaborazione di specifici blocchi emotivi e cognitivi. Essa è una terapia finalizzata all’elaborazione delle esperienze di vita disturbanti traumatiche o particolarmente stressanti dal punto di vista emotivo (l’acronimo EMDR significa Eye Movement Desensitization and Reprocessing –Desensibilizzazione e Rielaborazione attraverso i Movimenti Oculari).
EMDR è un trattamento supportato empiricamente ed evidenced-based riconosciuto dall’ OMS Organizzazione Mondiale della Sanità come trattamento elitario per il Disturbo Post Traumatico da Stress.
Il presupposto alla base di questa teoria è che gli eventi traumatici non vengono elaborati ed immagazzinati in modo funzionale nel momento in cui accadono, rimanendo “sospesi, congelati” nelle reti neurali dando così origine a disturbi e patologie.
In particolare, durante gli eventi emotivamente pregnanti può capitare che le informazioni ai vari livelli (percettivo-corporeo-emotivo-cognitivo) non si integrino tra loro e blocchino la naturale elaborazione dell’esperienza vissuta, lasciando attive le percezioni sensoriali, corporee, emotive o cognitive vissute in quel momento. Da qui, possono nascere i sintomi, intesi come riattivazioni psico-corporee o distorsioni a livello emotivo e cognitivo su di sé e sul mondo esterno. L’elaborazione proposta dall’EMDR prevede una riattivazione del sistema di elaborazione delle informazioni attraverso la stimolazione bilaterale, permettendo alle informazioni rimaste bloccate di reintegrarsi e quindi di completare il processo di elaborazione dell’evento traumatico.
I ricordi dolorosi che vengono elaborati non sono cancellati o modificati. Il passato non si può cambiare, ma come stare nel presente sì.
Sostegno psicologico e/o Counselling in ambito Psico-oncologico:
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I pazienti che si trovano a dover affrontare una malattia complessa come il cancro spesso sperimentano vissuti di insicurezza, legati al venir meno dell’equilibrio che caratterizzava la propria vita. La diagnosi di tumore, infatti, porta con sé angoscia e paura, sconvolgendo il progetto esistenziale dell’individuo. Le implicazioni psicologiche e relazionali del paziente oncologico sono notevoli e riguardano tutto il decorso della malattia, dalla comparsa dei primi sintomi, alla diagnosi, alle terapie. La patologia tumorale infatti, per i suoi aspetti di gravità e cronicità, può avere un effetto devastante sulla vita del paziente e sulla sua famiglia. La sofferenza psicologica conseguente alla diagnosi e ai trattamenti richiede assistenza specifica e sostegno psicologico.
Trattare anche le ripercussioni di carattere psicologico costituisce un momento importante nel processo complessivo delle cure del cancro implementando la compliance ai trattamenti medici.
Nel corso del mio lavoro ho osservato che spesso questa esperienza è talmente dolorosa che non può essere condivisa con nessun familiare o amico, perché si teme di addolorarlo con qualcosa che si pensa essere intollerabile. Questo finisce per creare una comunicazione affettiva caratterizzata dal senso di solitudine ed incomprensione che stabilisce, se non addirittura, aumenta l’effetto traumatico dell’evento malattia.
Attraverso un lavoro di counseling psicologico, i pazienti ed i propri familiari, sono aiutati ad uscire dal “segreto emozionale” e a trovare soluzioni più adattive e funzionali rispetto all’esperienza della malattia. Talvolta questo processo di assistenza si trasforma in una vera e propria psicoterapia del “cancro” con la finalità di agevolare il paziente nel recupero di nuovi significati alla propria esistenza, permettendogli così una delicata ripresa dall’ansia e dalla depressione che appesantisce e spesso aggrava il proprio stato di malattia oncologica. Benchè una risposta reattiva mista di natura ansioso-depressiva si possa considerare fisiologica e facente parte del processo di adattamento, l’intervento specialistico evita che tale sintomatologia rischi di diventare cronica.
Sostegno psicologico in situazioni di lutto/perdita: pur non ritenendo la sofferenza legata ad una perdita un indicatore certo di psicopatologia, spesso l’accesso ad un supporto specialistico che accompagni la persona nel processo di elaborazione conterrà il rischio di ritrovarsi in una situazione di “lutto complicato”.
Sostegno alla genitorialità e/o Consulente Tecnico di parte (CTP):
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La mia lunga esperienza nel servizio pubblico di Tutela Minore mi rende disponibile inoltre per percorsi di sostegno alla genitorialità e a candidarmi come Consulente Tecnico di parte (CTP) nel corso di perizie tecniche d’ ufficio (CTU) disposte dalla Autorità Giudiziaria come Tribunale per i Minorenni e Tribunale Ordinario.
Approccio clinico
Il mio approccio teorico: La teoria sistemico relazionale ad indirizzo socio-costruzionista
Secondo l'approccio sistemico, i problemi psicologici sono principalmente di natura relazionale, ovvero si generano, vivono e si mantengono all’interno del contesto sociale dentro cui la persona vive inibendo, se non addirittura bloccando, la normale evoluzione del ciclo di vita individuale e familiare. Si guarda al disagio psichico, quindi, attraverso la lettura della “danza relazionale” (insieme di pattern comportamentali, messaggi, posizionamenti che possono averlo attivato e mantenuto) e dei sistemi di linguaggi e significati che si sono costruiti su di essi.
Al centro dell’osservazione poniamo:
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L’insieme di cognizioni, azioni, emozioni interconnessi tra loro all’interno del paziente.
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L’insieme delle interazioni relazionali che generano e mantengono il sintomo.
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L’insieme delle risorse e dei fattori di resilienza utili per promuovere il cambiamento e la salute mentale.
L’idea alla base dell’epistemologia sistemica socio-costruzionista è che nella lettura della realtà tutti noi siamo guidati dai nostri pregiudizi, intesi come premesse e idee nate da conoscenze ed esperienze precedenti che ci fanno da guida nel presente. Non esiste un’unica realtà ontologicamente vera, ma tante realtà soggettive che variano a seconda del punto di vista adottato. Spesso il paziente è portatore di una singola visione delle cose, visione spesso autosabotante e profetica che si ripropone inesorabile con la sua carica di impossibilità al cambiamento.
È lì che può nascere la patologia. Il terapeuta sistemico accompagna e supporta la persona nel processo di comprensione dei suoi propri repertori, dinamiche comportamentali e di comunicazione conducendolo verso “altrevisioni”, ovvero posizioni e punti di vista diversi da cui leggere la sua realtà, generando così cambiamento.
Il terapeuta quindi fornisce ascolto attivo allo scopo di sostenere, accompagnare, favorendo un processo di conoscenza ed eventualmente di cambiamento, attraverso un atteggiamento collaborativo di co-costruzione del problema e della soluzione. Il setting è di cura più che diagnostico, alla ricerca delle risorse più utili per il paziente.