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DIPENDENZA AFFETTIVA: QUANDO L'AMORE E' PATOLOGICO

Siamo di fronte alla dipendenza affettiva quando l’amore si trasforma in un’ossessione che domina la mente e fa soffrire. Scopriamo meglio insieme in cosa consiste questo tipo di relazione patologica.



Quando l’Amore è patologico: la dipendenza affettiva

Siamo di fronte alla dipendenza affettiva quando l’amore si trasforma in un’ossessione che domina la mente e fa soffrire. Si sta osservando sempre con maggior frequenza nel mondo odierno questa problematica legata alle emozioni, ai pensieri e ai comportamenti delle relazioni amorose.

La dipendenza in una relazione di per sé non è patologica. E’ assolutamente normale, soprattutto durante la fase dell’innamoramento, che ci sia un certo grado di dipendenza affettiva e fusione con il partner. Il desiderio di dipendenza dovrebbe diminuire con lo stabilizzarsi del rapporto lasciando nella coppia una piacevole percezione di autonomia.

La dipendenza affettiva disfunzionale, invece, è definibile come uno stato patologico in cui la relazione di coppia è vissuta come condizione unica, indispensabile e necessaria per la propria esistenza. Al partner viene attribuita un’importanza tale da annullare se stessi e non ascoltare i propri bisogni. Tale meccanismo viene perpetuato per evitare di affrontare la paura più grande: la rottura della relazione. È una condizione relazionale negativa, caratterizzata da assenza cronica di reciprocità nella vita affettiva, che tende a creare malessere psicologico e/o fisico.

Possiamo definire la dipendenza affettiva come una forma patologica di amore caratterizzata quindi da una costante assenza di reciprocità all’interno della relazione di coppia, in cui uno dei due, solitamente la donna, riveste il ruolo di donatore d’amore a senso unico, e vede nel legame con l’altro, spesso problematico o sfuggente, l’unica ragione della propria esistenza. La continua ricerca d’amore ha tutte le caratteristiche della dipendenza da sostanze, tanto da condividerne alcuni aspetti fondamentali, per questo è stata definita tra le “nuove dipendenze”.


Alcuni indicatori della dipendenza affettiva:

- l’ebbrezza: la sensazione di piacere, che il dipendente prova quando è con il partner, gli è indispensabile per stare bene e non riesce ad ottenerla in altri modi;

- la tolleranza: il dipendente ricerca quantità di tempo sempre maggiori da dedicare al partner, riducendo sempre di più la propria autonomia e le relazioni con gli altri;

- l’astinenza: l’assenza del partner getta il dipendente in uno stato di allarme. Talvolta il bisogno della presenza fisica dell’altro è talmente forte che il dipendente sente di esistere solo quando il partner gli è vicino. Il partner infatti è visto come l’unica fonte di gratificazione, le attività quotidiane sono trascurate e l’unica cosa importante è il tempo che si trascorre insieme.


Nella coppia “il dipendente” tende a porre al partner richieste affettive esagerate ed incongruenti e a non sentirsi amato in maniera sufficiente ed adeguata. Talvolta aumenta tali richieste fino a determinare una rottura definitiva del rapporto.

I sintomi della dipendenza affettiva non si manifestano necessariamente all’interno di una relazione di coppia, ma possono manifestarsi anche nei confronti di un genitore, di un altro familiare, di una figura amicale o di una persona d’autorità.

Quali sono le principali cause all’origine della dipendenza affettiva?

Le cause vanno ricercate in particolari dinamiche familiari che hanno portato la persona dipendente a costruirsi un’immagine di Sé come di persona inadeguata, indegna di essere amata, dove il “termometro” della propria autostima è nella capacità di sacrificarsi per la persona amata. Sono persone che riescono a tollerare tradimenti o anche violenze da parte del partner perché senza di lui si sentirebbero completamente perse. Teniamo anche presente che molte donne, dipendenti affettive, hanno subito abusi sessuali, maltrattamenti fisici ed emotivi durante l’infanzia che non sono da sole riuscite ad elaborare.


È possibile che una persona cerchi sempre di ricreare le stesse dinamiche e si trovi sempre ad avere storie di dipendenza affettiva? Perché?

Freud parlava di coazione a ripetere, quel processo che conduce il soggetto a riproporre automaticamente dinamiche, comportamenti e situazioni negative del proprio passato, in maniera del tutto inconsapevole, senza avere quindi la capacità di un cambiamento per il futuro. Accade a tutti e fa parte del modo normale di funzionamento della mente. E’ come se la persona avesse imparato a recitare solo e sempre lo stesso copione: per cambiare bisogna arricchirne le trame ed i personaggi.

Cosa accade nella coppia quando si verifica un tale squilibrio?

La coppia, quando si è costituita e funziona, è in perfetto equilibrio così com’è. Chi la osserva da fuori invece ne percepisce lo squilibrio o, meglio, il disagio profondo. La dipendenza affettiva, diversamente da quanto a volte si manifesta all’evidenza, non è un fenomeno che riguarda una sola persona, ma è una dinamica a due. Il partner che “sceglie” di stare con una persona dipendente d’affetto, ha spesso anche lui il bisogno di essere accudito e di avere una relazione di tipo figlio-madre anziché alla pari, per dinamiche e problematiche familiari irrisolte. Oppure, al contrario, può trovarsi ad esercitare un ruolo di persona sfuggente, irraggiungibile o rifiutante (per esempio quando il dipendente d’affetto cerca un partner sposato o non interessato alla relazione), per sentirsi così al centro dell’attenzione e compensare anche lui dei vuoti affettivi mai colmati.


Quale cura della dipendenza affettiva?


Un percorso di psicoterapia individuale può aiutare la persona a superare le condizioni di sofferenza legate a tale stato, in cui la coppia è vissuta come indispensabile e necessaria per la propria esistenza.

Il trattamento della dipendenza affettiva mira a:

· Comprendere il proprio funzionamento, al fine di capire quale sia la motivazione sottostante la dipendenza.

· Modificare i legami di attaccamento insicuro e rielaborare le esperienze negative per permettere l’instaurarsi di legami significativi e soddisfacenti.

· Sviluppare l’assertività in modo che il dipendente affettivo possa pensare e manifestare i propri bisogni senza timore.

· Migliorare l’autostima e la sicurezza in se stessi, lavorando sui propri schemi.

Per uscire dalla dipendenza affettiva il primo passo è la consapevolezza del proprio funzionamento e dei propri schemi. Solo così è possibile intervenire nella relazione con l’altro.

La psicoterapia può aiutare il paziente dipendente affettivo a riconoscere le complesse trappole cognitive ed emotive che lo conducono a sofferenza e infelicità.

Se ti sei ritrovato in una condizione simile a quella descritta sono disponibile ad incontrarti presso il Centro per la Persona e la Famiglia.

Dott.ssa Elisabetta Oltolini, Psicologa e Psicoterapeuta, Terapeuta Emdr

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