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Writer's pictureCentro per la Persona e la Famiglia

MINDFULNESS PER BAMBINI

Uno degli aspetti principali della mindfulness è proprio quello di lasciar andare le nostre aspettative per aprirci alla ricchezza dell’esperienza, momento per momento. Questo è particolarmente importante se deciderete di proporre la mindfulness ai vostri figli.




Sappiamo che la mindfulness ci fa bene e che la pratica mindful ha tanti effetti positivi, sia sulla salute fisica che emotiva. Per questo è sempre più applicata nell’ambito dello sport e del benessere sia per i bambini che per gli adulti. Diversi studi ormai lo dimostrano: la mindfulness aumenta la consapevolezza, la creatività, la capacità di 'lasciare andare' e la concentrazione. Prima si inizia questa pratica, prima se ne potranno vedere i benefici. È quindi particolarmente indicata per bambini e ragazzi che impareranno, quanto prima, a vivere in modo più sereno e consapevole, diventando quindi adulti più felici. Non si ottiene però un beneficio immediato, la pratica mindful deve essere esercitata con un allenamento che sarà tanto più efficace quanto più costante.

Uno degli aspetti principali della mindfulness è proprio quello di lasciar andare le nostre aspettative per aprirci alla ricchezza dell’esperienza, momento per momento. Questo è particolarmente importante se deciderete di proporre la mindfulness ai vostri figli. Lo fate perché desiderate eliminare i loro capricci? oppure per calmare un bambino irrequieto? Se fosse così, potreste rimanere delusi. Sicuramente uno degli effetti collaterali della mindfulness è quello di regolare le emozioni ma lo fa percorrendo la strada dell’accettazione di ciò che è presente, nel presente della propria vita. Quindi l’attenzione è posta ad accogliere prima che a modificare; a lasciare spazio e tempo per il cambiamento, anziché a spingere in una direzione precisa. Questo comporta quindi che i bambini non vanno forzati a praticare ma possono essere sollecitati proponendo loro la mindfulness sotto forma di gioco. Ecco alcuni suggerimenti:


- Rendi semplici le cose. Con i bambini più grandi e con gli adolescenti è possibile spiegare cosa significa mindfulness, usando la definizione classica di Kabat Zinn “Mindfulness è portare l’attenzione al momento presente, momento per momento, intenzionalmente e senza giudicare”. Ma con i bambini più piccoli sarebbe una definizione troppo complessa. Per questo potrebbe essere sostituita dall’esercizio di notare i propri pensieri e sentire le emozioni come sono nel corpo, magari facendo poi un disegno. Oppure l’ascolto del panorama sonoro, con tutti i suoni – e il silenzio – che lo compongono. Possiamo iniziare dicendo ai bambini che devono assumere una posizione di “potere", come i supereroi: in piedi, le mani sui fianchi e, soprattutto, gli occhi chiusi; stanno per diventare supereroi in grado di sviluppare i loro sensi al meglio; in rigoroso silenzio, dovranno ascoltare ogni suono che li circonda per 5 minuti. È bene che stiano attenti e rilassati in modo da aprire i loro radar a qualsiasi suono, per quanto piccolo esso sia!


- Il rito della sera. Il momento di andare a letto è un buon momento per la pratica mindfulness. Può essere usato per un breve Body Scan, in cui aiutiamo i bambini a portare l’attenzione a tutto il corpo, parte per parte, iniziando dal piede sinistro e continuando salendo fino alle spalle e alla testa. Guidiamo la pratica parlando lentamente e con calma.


- L’attenzione al respiro. Portare attenzione al respiro per un bambino può essere un concetto un po’ astratto. Ma se chiediamo loro di sentire la loro pancia che sale e che scende, magari mettendo un peluche sulla pancia mentre stanno sdraiati sul pavimento, la loro attenzione sarà molto più focalizzata. In un’unica azione avremo dato loro uno strumento di autocontrollo e di consapevolezza del respiro. Altro esercizio interessante può essere quello di fare delle bolle di sapone sempre più grandi, insegnando al bambino a soffiare lentamente. Questo gioco rallenta il respiro, favorendo il rilassamento.


- Camminare mindful. Fare una camminata consapevole può diventare facilmente un gioco. Per un tempo breve, un minuto per iniziare, possiamo proporre di camminare in silenzio portando l’attenzione all’ambiente che ci circonda, con suoni, odori. Poi per un minuto l’attenzione alle sensazioni del corpo che cammina, al movimento dei piedi e delle gambe, ….e dopo un po’ di tempo, un minuto alle sensazioni interne ed esterne (battito del cuore, respiro…).


- Il tempo della settimana. Nel corso delle nostre giornate proviamo molte emozioni diverse. Siamo come il tempo: a volte nuvoloso, a volte soleggiato, a volte instabile. Aiutare i bambini a pensare alle loro emozioni come al tempo può essere un modo per aiutarli a non identificarsi troppo con le loro emozioni, ad osservarle e poi a lasciarle andare. Possiamo proporre loro un gioco da meteorologi: devono chiudere gli occhi e chiedersi “Che clima c’è dentro di me?” Se c’è il sole, vuol dire che sto bene, se c’è un acquazzone è perché sono triste, se c’è un temporale significa che sono arrabbiato , etc…

Ci sono moltissimi esercizi di mindfulness che possiamo insegnare ai nostri figli ed esistono molte pubblicazioni in tal senso. Cercate quelle che meglio si adattano alla loro età e al loro modo di essere. Non dimentichiamo, inoltre, di essere il miglior esempio possibile per loro, un punto di riferimento di calma, equilibrio e affetto.


Esempio di pratica del respiro

Far sdraiare il bambino in un luogo tranquillo; parlargli in modo calmo e lento: “Iniziamo a respirare in modo regolare, prestando attenzione ai movimenti che l’aria produce nel nostro corpo. Appoggiando una manina sulla pancia, all’altezza dell’ombelico, seguiamo il movimento che il respiro crea dentro di noi. Seguendo per un momento il respiro, sentiamo come le nostre mani vanno su quando l’aria entra e la pancia si gonfia e come vanno giù quando l’aria esce e la pancia si sgonfia. Cerchiamo di non modificare il respiro, notando come si muove dentro e fuori. Restiamo per qualche istante in ascolto di ciò che accade. E così, mentre osserviamo il respiro, in questo preciso momento, proprio qui e proprio ora, siamo arrivati nel nostro giardino segreto… Notiamo come si sta nel giardino segreto, qui c’è calma e c’è calore, ci si sente tranquilli e protetti. Questo giardino è tutto per noi e possiamo tornarci ogni volta che ci va, anche quando ci sentiamo tristi, arrabbiati, oppure stanchi, semplicemente chiudendo gli occhi e concentrandoci sul respiro. Possiamo rimanere qui ancora un pochino, in questa sensazione di calma e di calore. Ora, quando lo desideriamo, se i nostri occhi sono chiusi, possiamo con lentezza riaprirli e conservare dentro di noi il ricordo del nostro giardino segreto”.


Dott.ssa Valeria Biffi

Psicologa, psicoterapeuta e mediatrice familiare

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