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  • Writer's pictureCentro per la Persona e la Famiglia

RIPARTENZA: COME SOSTENERE LA MOTIVAZIONE

Ti trovi in un momento in cui la motivazione sembra essere sparita? Capita a tutti di vivere dei giorni bui in cui ci si sente senza energie e non si sa dove trovare l’ispirazione per lavorare, per occuparci di noi stessi e delle nostre relazioni. La motivazione, come molte altre dimensioni della mente deve essere ricaricata, riattivata periodicamente; non è mai data per sempre.



Riuscire a trovare la motivazione è un problema molto comune che può essere affrontato con specifiche strategie; tutti siamo felici quando la motivazione arriva spontaneamente. Ma quando non arriva …… è necessario alimentarla. Innanzitutto, sembrerà banale, ma è prioritario porsi degli obiettivi; è vero che gli obiettivi rappresentano un punto che raggiungeremo nel futuro, ma sono anche parte della motivazione nel presente. Certo, più l’obiettivo è realizzabile, più la motivazione sarà semplice da trovare perché ci sentiremo in grado di raggiungere il risultato voluto. Ecco perché è importante iniziare con obiettivi piccoli e poi, man mano che aumentano le capacità e la sicurezza, passare a obiettivi più complessi. Stabiliti gli obiettivi, occorrerà sviluppare delle strategie per aumentare e mantenere la concentrazione e la motivazione; eccone alcuni: • visualizzare gli obiettivi: per trovare la motivazione è importante definire chiaramente cosa si vuole raggiungere, dove si vuole arrivare e individuare la strada per farlo (può aiutare avere delle immagini mentali che rendano più concreto il percorso); • essere realisti: le sfide devono essere commisurate alle reali capacità di cui si è in possesso (o poco al di sopra) altrimenti si rischia di raggiungere il risultato opposto, ossia una completa sfiducia nelle proprie risorse e un pesante senso di fallimento;

  • Festeggiare i successi; altro aspetto importante per mantenere alta la motivazione è premiarsi quando si raggiungono degli obiettivi o si hanno successi. Questo perché la motivazione, specialmente interna, deve essere alimentata da gratificazione, da soddisfazione e va di pari passo con il senso di autoefficacia personale e autostima. Quindi quando si ottiene qualcosa è importante fermarsi ed assaporare il momento, traendo da esso carica ed energia per iniziare il prossimo cammino. Correre continuamente verso la meta successiva, senza riconoscersi i successi, alla lunga può essere faticoso e frustrante e quindi ridurre la spinta motivazionale;

  • Condividere i progetti; la condivisione di obiettivi è molto utile per alimentare la propria motivazione. Riuscire infatti a parlare con qualcuno di fidato di quello che si vuole raggiungere, ma anche delle difficoltà e degli insuccessi, permette di oggettivare le cose, vederle da altre prospettive e quindi, se necessario, trovare soluzioni e altre modalità. La condivisione dona energia e apertura a qualcosa di nuovo che potrebbe essere motivante, stimolante e gratificante;

  • Ricercare il proprio modo di fare; quando bisogna fare qualcosa che a primo impatto risulta poco stimolante e demotivante, una strategia interessante consiste nel cercare di rendere quel qualcosa un po’ più personale. Per esempio, al lavoro quando la motivazione è carente e si fatica a trovare soddisfazione, una strada potrebbe essere quella di trovare un modo per fare quanto richiesto che dia la possibilità di esprimere sé stessi e mettersi in gioco. In questo modo si è meno portati ad agire secondo un modello e si riacquista il piacere di fare le cose. ù

Queste sono le principali strategie che permettono di combattere il pensiero negativo e l’auto–sabotaggio; tuttavia, ogni persona è diversa, ha background e obiettivi completamente personali, quindi ciascuno deve imparare a costruire il proprio percorso adattandolo alle proprie caratteristiche individuali. La demotivazione e l’autosabotaggio derivano spesso da esperienze di fallimento e da vissuti di inadeguatezza che hanno avuto origine nel passato; forse dalla voce di caregiver che non hanno saputo sostenere i tentativi di autonomia dei figli e che non ne hanno rafforzato l’ autostima. Crescendo queste visioni negative sono diventate parte integrante della personalità dell’individuo andando a determinare un atteggiamento passivo e rassegnato nei confronti della vita. Il passato è ovviamente importante ma ogni persona ha dei margini di cambiamento anche in età adulta e consapevole di questo, può attivare pensieri più positivi che sostengano la sua motivazione e quindi il raggiungimento dei suoi obiettivi; potrebbe cercare di sviluppare una forma di auto-motivazione.


Come?

Ad esempio creando un dialogo con sé stesso per non trattare ogni pensiero come una verità inconfutabile. Potrebbe cercare di capire quali pensieri lo possono aiutare a raggiungere i suoi traguardi; all’inizio farà un po’ di fatica, ma potrebbe provare a creare un personaggio immaginario a cui dare un nome e con cui parlare. Alcune volte dovrà dargli dei limiti, altre volte rassicurarlo, ma con il tempo riuscirà a creare un dialogo che sosterrà il suo percorso di automotivazione. Importante è poi che prenda coscienza del suo stato d’animo. L’auto-compassione lo aiuterà a sopportare i momenti difficili, consapevole che possiede le risorse per cambiare le cose. Potrebbe allenarsi con esercizi che mettano in connessione la mente e il corpo, come lo yoga o la mindfulness. Potrebbe poi lavorare sui suoi valori personali; si tratta di convinzioni profonde che determinano il modo di essere di una persona e ne orientano il comportamento. Quando diventano azione, sono molto potenti. Per ogni fattore demotivante esiste un valore personale che ristabilisce l’equilibrio, che rende più potenti. Sarebbe importante che cercasse di capire quali valori sono così importanti da far scattare l’energia necessaria per mettersi in moto. Dovrebbe infine creare un atteggiamento positivo nell’apprendimento; se è una persona concreta, se quello che vuole è trovare la motivazione, la ricerca della perfezione non porterà da nessuna parte. In questo senso, un atteggiamento positivo di fronte alle possibilità di imparare contempla l’errore come parte del processo stesso. Se questi suggerimenti non fossero sufficienti a determinare il cambiamento voluto, potrebbe essere indicato un breve percorso psicologico di sostegno per contrastare i vissuti di passività e le difficoltà progettuali legate ad una motivazione labile e mutevole.


Dott.ssa Valeria Biffi

Psicologa e psicoterapeuta

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